È ormai risaputo che l’incidente alla Deepwater Horizon, piattaforma petrolifera situata nel Golfo del Messico, sia stato causato dalla negligenza dei manager della British Petroleum.
Invece di fare i dovuti controlli alla piattaforma, sollecitati più e più volte da diversi ingegneri, gli Inglesi hanno preferito continuare con l’attività di estrazione. E vi chiederete come mai? Semplice: chiudere la Deepwater Horizon per 3-4 giorni, significava perdere all’incirca 500.000 dollari al giorno in termine di mancati guadagni, per un totale di 4 milioni di dollari.
Secondo recenti studi, è stato stimato che non sarà sufficiente il fondo di 20 miliardi di dollari creato da BP per ripagare tutti i danni generati.
È ancora presto per esprimere opinioni ma dietro a questo incidente pare ci sia dietro ancora una volta la Goldman Sachs, che ha venduto, proprio pochi giorni prima dell’incidente, il 46% delle partecipazioni che possedeva in BP, per un controvalore di 250 milioni di dollari.
Guarda caso, la Nalco, società incaricata delle pulizie delle acque del Golfo sapete da chi è posseduta? Da Apollo, Blackstone Group e per finire, dalla Goldman Sachs.
Voi credete nelle coincidenze?
Sempre loro in mezzo, è incredibile….
Pecunia non olet, è proprio vero…
Io non capisco, ma non c’è nessuno che possa fare niente contro queste società che non sono altro che un cancro per il mondo intero?
è proprio vero…