Siamo in mezzo ad una guerra invisibile, e non ce ne rendiamo contro.
Non parlo della guerra violenta, che tramite le armi e il dominio fisico punta all’annientamento dell’avversario.
Parlo di una nuova concezione di guerra, innovativa e forse meno traumatica dell’altra: la guerra del marketing. Siamo tutti potenziali vittime.
Le imprese, il nostro nemico, per meglio propinarci i loro inutili prodotti, da anni hanno orchestrato una serie di strumenti sempre più‘ efficaci per scoprire le nostre abitudini di acquisto.
Hanno capito bene che è meglio adattare le persone a un bene rispetto ad adattare un bene a una persona.
Se non hai bisogno di un prodotto, ti bombardano psicologicamente con la pubblicità per convincerti che tu in realtà ne hai bisogno.
A Manhattan i nuovi cartelloni pubblicitari contengono al loro interno una macchina fotografica nascosta assieme a un computer . L’obiettivo è quello di analizzare l’età, il sesso, il vestito, il portafoglio, i gusti, le espressioni e i tempi di sosta dinanzi al cartellone di tutti gli ignari partecipanti del nuovo super reality.
I Cartelloni spia si stanno diffondendo in tutto il mondo,e sono usati oggi nei negozi Ikea in Europa, nel McDonald di Singapore e a Filadelfia. La principale ditta dei Grandi Fratelli si chiama Trumedia e ne ha già installati una trentina in vari paesi: “Ogni faccia conta”, è il loro motto.
Dov’è finito il diritto alla riservatezza delle persone? Qualcuno ci ha chiesto il consenso per suddette operazioni?
Le associazioni delle libertà civile dichiarano:” Queste macchine sono invisibili. Il pubblico può accettare che le telecamere vengano usate per prevenire il crimine, ma non che si spii su di loro quando camminano per istrada”.
A voi la mossa.
Per chi non crede nel sbliminale e nell’effetto che ha sulle persone, si guardi il video.
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